1. Cow Benas
2. Sugnu Vinutu
3. Pizzicarella
4. Annia Annia
5. Pizzica del Deserto
6. La Turtura
7. Lu Rusciu 1
8. Lu Rusciu 2
9. Acqua e Sali
10. Jou Passu
11. Cozze Cuzzeddhre
Su auccalamma
Quando Enzo, io e un altro amico abbiamo fondato il quartetto Musicàntica alla fine del 1994, ci divertiva l’idea di esibirci con musica tradizionale del sud Italia in un luogo estraneo e controverso come Los Angeles. Oltre al puro divertimento nel fare musica, volevamo presentare le canzoni della tradizione orale del nostro meridione poiché concordavamo sul fatto che nessuno realmente ne sapeva nulla.
Niente canzoni come “O Sole Mio” o “Funiculì Funiculà”, ma solo la potenza della pizzica, la poesia e il dramma d’amore delle villanelle napoletane, il suono intrigante dei clarinetti di canna dalla Sardegna, la passione delle canzoni dei carretti siciliani e una grande dose di sperimentazione sonora con i suoni del mediterraneo da cui veniamo. In sostanza, cercavamo di promuovere la musica di sconosciuti italiani agli sconosciuti dell’America di tutti i giorni.
L’attività di Musicàntica non si colloca così lontano dalle attuali idee attuali di contaminazione e riproposta, cioè la musica che viene creata e proposta incorporando elementi culturali estranei alla tradizione originale, sempre più comune in tutta Italia dalla fine degli anni ’80. Tuttavia, ci sforziamo di mantenere l’idea musicale appresa dalla tradizione il più possibile intatta, sperimentando combinando suoni dal Mediterraneo che l’umore e il carattere del pezzo stesso ci possono suggerire. Molte volte la canzone rimane così com’è, e giustamente.
Quasi otto anni dopo i nostri inizi, mentre passavamo da un quartetto a un duo, troviamo ancora una notevole freschezza nella musica tradizionale e più che mai crediamo nella sua continuazione contemporanea. In realtà, il nostro ensemble non rompe uno stampo. Ad esempio, altre band italiane durante gli anni ’70 hanno creato grande musica basata sulla tradizione e anche tenendo d’occhio altre musiche provenienti dall’area mediterranea, anticipando largamente il trend della World Music del decennio successivo. Musicàntica non cerca di rappresentare la musica della propria cultura semplicemente come una resa più o meno fedele del passato perché tale attività di solito implica che la musica non sia più un’entità viva.
Piuttosto, crediamo che la musica continui a vivere nelle esperienze di vita dei musicisti che la eseguono con le dovute modifiche e circostanze date dai tempi storici in cui vivono. Questo perché ogni processo musicale nel tempo è storico, parte di un incessante processo di sviluppo, di confronto produttivo con la vita di tutti i giorni e di un continuo discorso tra innovazione attuale e sedimentazione passata. È proprio a causa di questo discorso tra l’attuale e il passato che il repertorio in questo CD è cambiato un po’ dal tradizionale stretto dei nostri inizi a una resa più personale del tradizionale oltre che a composizioni originali. Con “resa più personale del tradizionale”, intendiamo che abbiamo mantenuto le nostre risorse e non abbiamo fatto ricorso a compromessi facili nelle scelte che abbiamo fatto nella manipolazione dell’elemento musicale.
Piuttosto, abbiamo fatto uno sforzo conscio nel rifiutare tali compromessi e l'”effetto colpo” rifiutandoci di impegnarci in qualsiasi tipo di arrangiamento cut-and-paste attaccando stili contemporanei e popolari come rock and roll, rap, R&B o persino jazz alle nostre canzoni.
Naturalmente, ciò non significa che non amiamo o riconosciamo la grande potenza e magnificenza dei suddetti stili musicali. Infatti, come potete ascoltare in questo CD, quando eseguiamo le nostre canzoni originali come COZZE CUZZEDDHRE, abbiamo utilizzato la potenza socio-politica dell’hip-hop per creare nuovi significati per il nostro pubblico. Ma troverete una musica che appartiene ancora alle nostre radici meridionali, la suggestione arriva dall’interno verso l’esterno anziché dall’esterno verso l’interno. Perciò non fondiamo, incolliamo, rivestiamo o, per usare un termine caro ai post-modernisti, non facciamo pastiche di alcun tipo, il nostro è semplicemente un impegno di consapevolezza e dedizione alla sperimentazione continua. Inoltre, ognuno di noi ha reminiscenze, in larga parte simboliche, di suoni esperiti nell’arco delle nostre vite nei nostri rispettivi luoghi di origine: il Salento per Enzo e la Sicilia orientale per me.
La connessione tra la tradizione del sud Italia e le esperienze individuali come immigrati a Los Angeles si palesa nelle nostre improvvisazioni e nelle nostre rielaborazioni di materiale più antico. Anche i nostri rispettivi dialetti hanno talvolta subito delle alterazioni in modo del tutto spontaneo durante il processo di creazione musicale. Per me, non è stato difficile cantare nel dialetto salentino di Enzo, ma inevitabilmente ho finito per pronunciare o inflettere alcune parole alla stregua del mio idioma siciliano. Enzo, dal canto suo, inizia il lento della canzone intitolata LU RUSCIU con una parola che non è corretta nel suo dialetto mentre lo è nel mio. Tutto ciò è venuto naturale ad entrambi quindi abbiamo deciso di mantenere questi ed altri piccoli “errori” per sottolineare la nostra apertura e sottolineare la naturalezza del processo musicale che caratterizza queste registrazioni.
AUCCALAMMA significa ‘la bocca dell’anima’ nel mio dialetto. Abbiamo contratto le parole in una per il titolo, ed in ogni caso è proprio così che verrebbe pronunciata nel linguaggio corrente. Ci piace molto anche il suono vagamente medio-orientale della parola. Il suo significato, tuttavia, è l’aspetto più importante per noi. In una società frantumata come quella occidentale in cui viviamo, è di estrema importanza sottolineare e mantenere vivi e ben visibili gli aspetti fondamentali della decenza umana attraverso l’arte, nonostante il degrado intorno a noi. AUCCALAMMA si riferisce letteralmente alla bocca dello stomaco. A volte ‘sentiamo’ con quella parte del nostro corpo, o come si dice in inglese, sentiamo qualcosa nelle viscere, come presagi, nostalgie o ansie. Possiamo dire che ‘sentire’ le cose nello stomaco può essere considerato un aspetto della comunicazione forse sempre meno sperimentato a livello naturale. Questo è vero in special modo oggi, mentre deleghiamo a superflui dispositivi tecnologici o a uomini senza cuore di parlare per noi, causando spesso dolori e sofferenze.
Attraverso la conversazione e la comprensione musicale, in qualche modo possiamo respingere questi veleni della vita, così come le tarantate rigettavano il veleno del ragno alla fine del loro tormento tersicoreo. In ultima analisi, la continua evoluzione del sentimento e dello spirito visceralmente vissuti tra due amici è ciò di cui principalmente tratta questa registrazione. Abbiamo scelto semplicemente di lasciare che l’amma, la nostra anima, parli.
— Roberto Catalano
1. Cow Benas
Roberto Catalano, Enzo Fina
Roberto: bena cun corru (bena con corno), benas doppie, sonazzos (campane per pecore sarde).
Enzo: fina Saturno.
The island of Sardinia is, in our opinion, the last frontier in terms of Italian traditional music. It is also a magical and quite unique place inhabited by unique people. There are many things truly special about Sardinia, but if we had to single one out it ought to be the strong sense of belonging the people have for the land. It is to the land of Sardinia, and to our land in general, that this musical impression featuring the cane clarinets from Sardinia, is dedicated to.
2. Sugnu Vinutu
Tradizionale
Roberto: voce solista, clippity clop (click), marranzanu basso.
Enzo: marranzani, tamburieddhru, sonagliera di mulo, qraqeb (nacchere metalliche marocchine).
Sicilian work song sung by Roberto in a style reminiscent of the cantu alla carrittera (cart driver song) and accompanied by Enzo on the marranzanu . In our version the texture progressively thickens as the song develops and, as always, we enjoy our little jaw’s harp improvisation towards the end.
Siciliano | Traduzione |
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Sugnu vinutu di luntana via, ca sugnu stancu di lu me caminu. Vinni a cantari ‘nta stu beddu chianu, ‘pp’affaciari a ttia curaddu finu. E non ti cririri ca sugnu quacchi stranu, sugnu chiddu di prima ca vinni a cantari ‘ppi ttia. Calami sti trizzi, calami sti trizzi e famm’acchianari ca sti labbruzza fini vogghiu vasari. E sta canzuna è lesta ‘ppi finiri, e iù ci a lassu tutta a me cumpari ‘Nzinu ca sa porta ‘a casa. | I have just come from a long trip, and I am tired of walking. I have come to sing in this place so that my loved one, fine coral, would open up her window. Do not dare to think that I am just a stranger, since I have already come here to love you. Lower your braids down and let me climb up to you, I want to kiss your lips. The song is about over and I am going to leave it to my buddy ‘Nzinu to take it home. |
3. Pizzicarella
Tradizionale
Enzo: voce solista, chitarra classica, armonica.
Roberto: chitarra battente, putipinu (piccola zambomba spagnola), voce.
Musicàntica’s adapted this traditional pizzica tarantata featuring the chitarra battente, used here as a melodic unit. The slowed down rhythm may suggest the Cuban guajira or perhaps a Greek rembetika, but in the end it is still the original song.
Salentino | Traduzione |
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Pizzicarella mia pizzicarella, lu caminatu toa na ni na na pare ca bballa. Amore amore cce m’ha fattu fare, te quinnici anni m’ha fattu ‘mpaccire. Te quinnici anni m’ha fattu ‘mpaccire, te mathre e pathre m’ha fattu scirrare. Te l’ura ca te vitti te smirai, nnu segnu fici a’ mmienzu ll’occhi toi. Pizzicarella mia pizzicarella, lu caminatu toa na ni na na pare ca bballa. Pizzicarella mia pizzicarella, lu caminatu toa na ni na na pare ca bballa. | Oh, my Pizzicarella, the way you walk, na nee na na, the way you walk looks like a dance. My love what did you have me do, at fifteen you made me crazy. At fifteen you made me crazy, you made me forget my own parents. I was struck from the first moment I saw you, I made a gesture so that you would notice me. Oh, my Pizzicarella, the way you walk, na nee na na, the way you walk looks like a dance. |
4. Annia Annia
Tradizionale
Enzo: chitarra classica, voce.
Roberto: chitarra classica, voce.
Ninna nanna traditionale salentina arrangiata da Enzo.
Salentino | Traduzione |
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Annia annia annia, la mamma fimmineddhra ulia e lu tata masculieddhru cu llu porta ‘lla fatia. E nnella nnella nnella, carciratu lu purginella e percè stae carciratu? Pe nnu fiuru ca è rrubbatu! E none none none nu mannare ca nu tte ole ca aggiu mannatu jou e aggiu persu le parole. Annia annia annia, la mamma fimmineddhra ulia e lu tata masculieddhru cu llu porta ‘lla fatia. | Annia annia annia, mother wanted to have a baby girl, father a baby boy to help him at work. Nella nella nella, jailed is Pulcinella. Why he is in jail? Only for a flower he has stolen! None none none, he does not want you. It is useless to look for. I already looked for him and I wasted my words. Annia annia annia, mother wanted to have a baby girl, father a baby boy to help him at work. |
5. Pizzica del Deserto
Enzo Fina, Lorenzo Bühne, Roberto Catalano
Enzo: chitarra classica, tamburieddhru, armonica, putipù, voce.
Roberto: chitarra classica e acustica, T. Rex approaching digital drum, voce.
Dwight Carroll: programmazione effetti digitali.
The original idea for the music of this piece is by Enzo and our friend and former MUSICàNTICA member Lorenzo Bühne. This pizzica was created somewhere in the Mojave Desert of California. The text of Annia Annia, a traditional Salentine lullaby, has been included first as a lullaby proper, then re-proposed as something different. The rhythm is characterized by the superimposition of duple and triple meters.
Salentino | Traduzione |
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Annia annia annia, la mamma fimmineddhra ulia e lu tata masculieddhru cu llu porta ‘lla fatia. E nnella nnella nnella, carciratu lu purginella e percè stae carciratu? Pe nnu fiuru ca è rrubbatu! E none none none nu mannare ca nu tte ole ca aggiu mannatu jou e aggiu persu le parole. E nnazzu nnazzu nnazzu, la paparena cu llu lapazzu e la mamma lu cucina lu lapazzu e la paparina. Annia annia annia, la mamma fimmineddhra ulia e lu tata masculieddhru cu llu porta ‘lla fatia. | Annia annia annia, mother wanted to have a baby girl, father a baby boy to help him at work. Nella nella nella, jailed is Pulcinella. Why he is in jail? Only for a flower he has stolen! None none none, he does not want you. It is useless to look for. I already looked for him and I wasted my words. Nazzu nazzu nazzu the paparina with the lapazzu. Mother will cook them, the lapazzu and the paparina (flower and corolla of the poppy). Annia annia annia, mother wanted to have a baby girl, father a baby boy to help him at work. |
6. La Turtura
Tradizionale
Enzo: tenore alto, ocean drum.
Roberto: tenore, baritono, basso.
This is a song with an unusual text to be found in a male dominated cultural tradition because it represents the theme of women liberation. In it, the man tells of the several symbolic ways in which he suffocates the woman he is in love with. The unusual happens at the very end when the turtle refuses for ever, with irony and authority, the suffocating love of the young man flying away beyond the sea.
Salentino | Traduzione |
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La turtura ‘lla gabbia la crescei, meju la fici te le pari soi. Nnu ggiurnu ‘lla finestra me ‘nfacciai, la vitti ccumpagnata mmienzu a ddoi. Nnu parmu e mmienzu t’ali li tajiai cu lla critenza ca nu vola cchiui. Cu ll’orgiu e cu llu mijiu la criscia cu lla ‘ncarizzu cu nu sia me vola. Nnu ggiurnu ‘lla finestra me ‘nfacciai, la vitti ccumpagnata mmienzu a ddoi. Li tissi: “Turturella dove vai?” Quiddhra me tisse: “Secuta a mie ci bbene me voi!”. E jou lu poverinu la secutai, cu lla critenza ca la pijiu moi. Quannu lla riva te mare la rrivai, quiddhra me tisse: “Scatta e crepa, e ttie cce bboi?”. | I raised my turtle dove in the cage, I made her become more beautiful than her peers. One day, leaning out the window I saw her (flying) in company of two. I cut one third of her wings so that he could not fly again. I fed her barley and millet and I caressed her so that she would not leave me again. One day, leaning out the window I saw her (flying) in company of two. I asked her, “Little dove, where are you going?” She answered, “Follow me if you love me!”. And I, poor me, followed her believing that I would have quickly caught her again. When I reached her by the seashore she abandoned me saying, “Choke on it and die, what else would you want!!??”. |
7. Lu Rusciu 1
Tradizionale
Enzo: voce solista, chitarra classica, ocean drum.
Roberto: bouzouki, mandolino, voce.
Un’altra ninna nanna salentina adattara da MUSICàNTICA.
Salentino | Traduzione |
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A sira me passai te le patule e ‘ntisi le ranocchiule cantare. Comu cantanu belle a una una, pariane lu rusciu te lu mare. Lu rusciu te lu mare è mutu forte, la fijia te lu rre se nn’ae ‘lla morte. | At dusk I walked by the pond and I heard the frogs sing. How lovely were they singing one by one, they sounded like the surf crushing on the shore. The surf crushing on the shore is so loud that the king’s daughter goes to die. |
8. Lu Rusciu 2
Tradizionale
Enzo: voce solista, chitarra classica, tamburieddhu, putipù, tamburo a cornice a doppia membrana, battiti di mani, castagnette.
Roberto: bouzouki, mandolino, battiti di mani, voce.
Lu Rusciu te lu Mare (The Surf Crushing on the Shore), a Salentine lullaby adapted by MUSICàNTICA and featuring the Greek bouzouki, an instrument that blends well with the overall mood of the song.
Salentino | Traduzione |
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A sira me passai te le patule e ‘ntisi le ranocchiule cantare. Comu cantanu belle a una una, pariane lu rusciu te lu mare. Lu rusciu te lu mare è mutu forte, la fijia te lu rre se nn’ae ‘lla morte. Iddhra se nn’ae ‘lla morte e jou ‘lla vita, la fijia te lu rre se sta ‘mmarita. Iddhra se sta ‘mmarita e jou me ‘nzuru la fijia te lu rre me tae nnu fiuru. Iddhra me tae nnu fiuru e jou nna parma, la fijia te lu rre se nn’ae ‘lla Spagna. Iddhra se nn’ae ‘lla Spagna e jou ‘n Turchia, la fijia te lu rre è lla zzita mia. E vola vola vola paloma vola ca jou lu core meu te l’aggiu ddare. E vola vola vola paloma vola ca jou lu core meu te l’aggiu tatu. | At dusk I walked by the pond and I heard the frogs sing. How lovely were they singing one by one, they sounded like the surf crushing on the shore. The surf crushing on the shore is so loud that the king’s daughter goes to die. She goes to die and I go to life, the king’s daughter is getting married. She is getting married and I am too, the king’s daughter gives me a flower. She gives me a flower and I give her a palm branch, the king’s daughter goes to Spain. She goes to Spain and I go to Turkey, the king’s daughter is my spouse. Fly, fly, fly, my dove fly, I have to give you my heart. Fly, fly, fly, my dove fly, my heart I have given to you. |
9. Acqua e Sali
Giampiero Mazzone, Roberto Catalano
Roberto: voce, mandolino.
Enzo: sonaglio in plastica ‘eggz’, campanello d’agnello a molla.
This is an anonymous text against the evil eye. Roberto does not sing the entire text because we wanted this to be just a particular moment in the CD, and therefore we kept it short. The lyrics are contained in a book written by Serafino Amabile-Guastella, a Sicilian scholar active during the late 1800s who reported the text as he remembered having heard it from some peasants in the ancient county of Modica in the south eastern Sicilian province of Ragusa. The main melody is by Giampiero Mazzone, a contemporary Sicilian song writer. The new arrangement is by Roberto.
Siciliano | Traduzione |
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O Signuri, ‘un cci accunzientu! Acqua e sali, senz’abbientu! Acqua e sali, o Gran Signura, ppi livari sta fattura. Acqua e sali, o San Ciuvanni, pi stutari stu focu ranni Acqua e sali, acqua e sali. E sali. Ppi li Majiari | Oh Lord, I do not consent, water and salt without end Water and salt, water and salt oh! Mighty Lady To take away, to take away this malediction Water and salt, water and salt oh! Saint John To take away, to take away this burning fire Water and salt, water and salt Water and salt, water and salt and salt. to the witches |
10. Jou Passu
Tradizionale
Enzo: voce solista, tamburieddhri, armonica, flauto a coulisse in plastica, voci armoniche.
Roberto: chitarra acustica e classica, voce.
Dwight Carroll: programmazione basso digitale.
The pizzica tarantata, also known as pizzica pizzica has been used for many centuries as healing music in the ritual against the alleged bite of the tarantula spider. Today it is performed as a convivial dance. Jou Passu is one of the many songs of this repertoire.
Salentino | Traduzione |
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Jou passu te sta sthrata e restu tisu, lu core nu mme tira cchiui cu trasu. (ritornello) Na na na na na na na, beddhru l’amore e ci lu sape fa. M’aggiu ‘mparatu ca ‘nc’è nn’auru amicu ca te la casa è lu cchiù cunfitatu. (ritornello) Tene nna cantita te olivetu e nnu stuppieddhru te sciojiu simminatu. (ritornello) E l’usu te la casa nu tte lu ticu: nna seggia rutta cu llu palu stuccatu! (ritornello) | I walk by this street and I stiffen, my heart tells me not to go on, not to go on, not to go on, my heart tells me not to go on. (chorus) Na na na na na na na, beautiful is love and beautiful is who knows how to make love. I understand there is another friend who is more loved in your house, in your house, in your house, there is another friend who is more loved in your house. (chorus) He owns a bit of olive groves and sowed a lot more of parasite plants, parasite plants, parasite plants, a lot more of parasite plants. (chorus) And I won’t tell the use of his own house: a broken chair with a broken leg, a broken leg, a broken leg, a broken chair with a broken leg. (chorus) |
11. Cozze Cuzzeddhre
Enzo Fina
Enzo: voce al megafono e voci di sottofondo, richiamo di strada, fina Saturno, fina zucchina, putipù, tamburieddhi, marranzanu, ocean drum.
Roberto: voce e voci di sottofondo, bena cun corru solo (bena a corno unico).
Dwight Carroll: diving sound effect programming.
Cozze cuzzeddhre (Snails, Little Snails,) written by Enzo Fina, is an historical metaphor about the several invasions and dominations that occurred in the Italian South along the centuries. The ‘cozze,’ or snails, symbolize the poor people of the south. The eating away of the cozze until the belly is full refers to the historical exploitation of poor people by the rich and powerful. But when the powerful lays down with the belly stuffed to the bursting point, then it is the time for the underdog to “sing the last rhyme.”
Salentino | Traduzione |
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Cozze, cuzzeddhre – Cozze, cuzzeddhre – Cozze, cuzzeddhre nnu ecchiarieddhru innia a mmienzu ‘lle sthrate ‘mmer’a ccasa mia. Cozze, cuzzeddhre si: lumache, lumachine innia ddhru ecchiarieddru quannu jou era nnu piccicchieddhru. Quannu jou era piccicchieddhru tante cose nu’ lle sapia ne dde storia ne ggiografia, ce te tuccatu Salentu mia. Cozze, cuzzeddhre – Cozze, cuzzeddhre – Te ddhri messapi e salentini, te ddhr’antichi contatini conquistati e ddominati, te la storia rruinati. E cci li cunta quanti su stati tutti li cuvernanti ca scrafazzannu tuttu lu Suddu cozze e cuzzeddhre s’anne mangiate. (coro) Na na na, comu lu piji lu munnu va, e lu piji a ddhra rretu, sempre arretu se ne va. Quannu jou era piccicchieddhru tante cose nu’ lle sapia ne dde storia ne ggiografia, ce te tuccatu Salentu mia. Te ddhri messapi e salentini, te ddhr’antichi contatini conquistati e ddominati, te la storia rruinati. E cci li cunta quanti su stati tutti li cuvernanti ca scrafazzannu tuttu lu Suddu cozze e cuzzeddhre s’anne mangiate. E mo’ li creci, poi li romani, mo’ li patriarchi e li papi cristiani, svevi, normanni e araconesi e poi li turchi: “Mamma li turchi!”. E cu lli turchi li mussulmani, piemontesi e cuverni italiani, Napoleone, l’inglesi-russi, nazisti, fascisti e l’americani! Mo te la Grecia llucisce ‘mmatina e murennu, lu sule, ‘ll’Americhe se mina; nui comu cuzzeddhre tiramu ‘ccampare: lente, caleddhre e sapurite. Ueh! Ddiscitamunne meridionali ca li uai su ‘ncapuniti ae mutu ca è rriata l’ura c’cangiamu e cu cantamu tutti uniti: Sucatinne beddhri tutti te paru, sucatibbe tuttu stu panaru e quannu tiniti la ucca china, sta cozza bbe canta l’urtima rima! | Cozze, cuzzeddhre – Cozze, cuzzeddhre – Cozze cuzzeddhre a little old man used to sell them down in the street behind my house. Cozze cuzzeddhre, yes snails and little snails that old man sold passing down the street around my home when I was a little boy. When I was a little boy I did not know certain things of history or geography that happened to you, my Salento. Cozze, cuzzeddhre – Cozze, cuzzeddhre – Of those Messapi and Salentinians, those ancient peasants, conquered, dominated, ruined by history. And who is able to count how many these rulers were whom crushing the whole South, cozze and cuzzeddhre have devoured. Na na na, the world goes as you take it, you take it up your ass, always backward it goes. When I was a little boy I did not know certain things of history or geography that happened to you, my Salento. Of those Messapi and Salentinians, those ancient peasants, conquered, dominated, ruined by history. And who is able to count how many these rulers were whom crushing the whole South, cozze and cuzzeddhre have devoured. Now the Greeks, then the Romans, now the Patriarchs and the Christian Popes, Swaebians, Normands, Aragonese, and then the Turks: “Oh! Mother, the Turks!!” And with the Muslim Turks, the Piedmontese and the Italian Governments, Napoleon, the British, Russians, The Nazi, the Fascists and the Americans! From Greece rises up the morning light and the dying sun dives towards the Americas. We, like snails, try to get by: slow, pretty, and tasty. Ueh! Wake up you southerners because troubles are persistent, It has been a long time that the time to change and sing as one has come: Suck us, honeys! All of us, the whole basketful and when you’ll have your mouth full, this snail will sing the last rhyme for you. |